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RICERCA DEL
CLOSTRIDIUM DIFFICILE
Test
RICERCA DEL CLOSTRIDIUM DIFFICILE
Il batterio C. difficile è presente nella normale flora batterica intestinale del 65% dei bambini sani e nel 3% degli adulti sani. Talvolta, l’utilizzo prolungato di antibiotici ad ampio spettro per la cura di altre infezioni, determina uno sbilanciamento della flora batterica intestinale. La flora batterica normale, suscettibile agli antibiotici, viene distrutta ed eliminata dal canale digerente, mentre i ceppi del C. difficile resistenti agli antibiotici rimangono e cominciano ad accrescersi o vengono acquisiti nuovi ceppi.
Il C. difficile produce in genere due tossine: la tossina A e la tossina B. La diminuzione della normale flora batterica intestinale e la contestuale crescita del C. difficile, determina un aumento della produzione della tossina che può danneggiare la parete della parte bassa del canale digerente (colon, intestino) e portare ad una grave infiammazione del colon e a diarrea prolungata. I tessuti morti, la fibrina e i numerosi leucociti presenti possono determinare la formazione di una parete sulla superficie dell’intestino infiammato (pseudomembrana), causando una patologia nota come colite pseudomembranosa.
L’infezione da C. difficile è la causa più comune di diarrea nelle persone ricoverate. La tossina viene rilevata in più del 20-30% dei campioni di feci appartenenti a persone con la diarrea associata all’uso di antibiotici e in più del 95% di coloro ai quali è stata diagnosticata la colite pseudomembranosa. Nonostante questo microrganismo sia più frequentemente presente nella flora batterica intestinale dei bambini piccoli, questi raramente sviluppano i sintomi associati.
Il rischio di sviluppare i sintomi aumenta con l’età. La diarrea associata al C. difficile di solito si sviluppa nelle persone che hanno seguito una terapia antibiotica per diversi giorni e può svilupparsi anche alcune settimane dopo il termine del trattamento.
La gravità della patologia associata alla presenza del C. difficile può variare in maniera significativa: da lieve (una semplice diarrea) a grave come colite, megacolon tossico,
perforazione dell’intestino, fino a sepsi e morte.
I segni e sintomi possono includere defecazione frequente, dolore e crampi addominali, nausea, febbre, disidratazione , senso di fatica e leucocitosi (elevato numero di globuli bianchi ). Il trattamento di solito prevede l’interruzione dell’assunzione dell’antibiotico originale e la somministrazione di una specifica terapia antibiotica orale con antibiotici per i quali il batterio è sensibile. La maggior parte delle persone migliora non appena il tratto gastrointestinale viene ripopolato dalla normale flora batterica intestinale ma circa il 12-24% dei pazienti può andare incontro ad un altro episodio entro due mesi.
Perché fare il test?
Per rilevare la presenza di un infezione del batterio Clostridium difficile e/o della tossina prodotta.
Quando fare il test?
In presenza di diarrea lieve, moderata o grave persistente, associata a dolore addominale, perdita di appetito o febbre, specialmente in seguito a terapia antibiotica.
Il test si consiglia a:
Soggetti con il sistema immunitario compromesso, coloro che sono affetti da colite acuta o cronica, persone alle quali è già stata diagnosticata in passato un’infezione da C. difficile, persone che si sono sottoposte recentemente ad interventi chirurgici gastrointestinali o a chemioterapia.
Il Clostridium difficile (C.
difficile) è un tipo di batterio associato alla comparsa di diarrea in seguito all’assunzione di antibiotici. I test per la ricerca del C. difficile e per la tossina del C. difficile rilevano rispettivamente la presenza del batterio, della tossina e/o dei geni responsabili della produzione della tossina.

RICERCA SANGUE
OCCULTO
NELLE FECI
Test
RICERCA SANGUE OCCULTO NELLE FECI
Perchè sottoporsi al test?
In molti casi la comparsa del cancro del colon è preceduta dallo sviluppo di polipi intestinali benigni . I polipi benigni sono piuttosto comuni in persone di età superiore ai 50 anni e, sebbene nella maggior parte delle persone non creino problemi, esiste comunque il rischio che si sviluppino e subiscano una trasformazione in senso neoplastico con conseguente diffusione delle cellule cancerose nel resto del corpo ( metastasi ). La diagnosi precoce consente di trattare con successo il cancro al colon; questo è il motivo per il quale è importante sottoporsi allo screening.
I polipi sono neoformazioni dall’aspetto simile a delle dita che crescono sporgendo all’interno del lume intestinale o del retto. Di conseguenza possono essere fragili e sanguinare in maniera intermittente, in special modo in seguito al passaggio ed allo strofinamento con il materiale fecale. Il sangue rilasciato dai polipi si mescola al materiale fecale e, se in piccola quantità, può non essere visibile ad occhio nudo.
Esistono diversi metodi per la ricerca del sangue occulto nelle feci, tra i quali il test al guaiaco (gFOBT) e alcuni test “da banco” colorimetrici, ma gli unici raccomandati dalle linee guida europee sono i test immunochimici (FIT o iFOBT). Tutti questi test rilevano l’emoglobina, una proteina contenuta all’interno dei globuli rossi . L’emoglobina è composta essenzialmente di due porzioni: una parte proteica, detta globina, e una non proteica, il gruppo eme. Ciascun tipo di test ricerca e rileva parti differenti dell’emoglobina.
I test immunochimici (FIT) sono disegnati per ricercare la porzione proteica dell’emoglobina e in genere non rilevano l’emoglobina derivante da altre fonti, come quella contenuta nella carne. Tuttavia, l’emoglobina rilasciata in seguito a sanguinamento delle porzioni superiori del canale digerente, viene distrutta e quindi non è rilevabile tramite i test FIT.
I test al guaiaco (gFOBT, FOBT) misurano la porzione non proteica dell’emoglobina, ossia il gruppo eme, presente nelle feci. Poiché il gruppo eme è una porzione comune all’emoglobina di varia origine, i test gFOBT sono in grado di rilevare anche l’emoglobina assunta tramite l’alimentazione, generando risultati falsamente positivi . Rispetto al FIT, questo metodo ha altri limiti: esistono alimenti e farmaci in grado di alterare il risultato del test i quali devono pertanto essere evitati nei giorni precedenti la raccolta del campione.
Poiché il gruppo eme è resistente alla degradazione intestinale, questo tipo di test è in grado di rilevare sanguinamenti originari anche di altre parti del canale digerente, come lo stomaco o le gengive. I test FOBT sono pertanto meno specifici per il sanguinamento gastrointestinale rispetto ai FIT. Per questo motivo non sono raccomandati.
Il test è fondamentale per indagare l’origine di un’anemia, la presenza di una malattia infiammatoria o di un cancro a carico dell’intestino tenue o del colon.

HB/HP COMPLEX
Test
HB/HP COMPLEX
L’aptoglobina è una glicoproteina sintetizzata dal fegato, la cui funzione è legare irreversibilmente l’emoglobina libera nel sangue a causa dell’emolisi fisiologica (eritrociti lisati) e trasportarla al sistema reticolo-endoteliale, permettendo il recupero del ferro. Il complesso Hb/Hp è resistente agli acidi e alla degradazione proteolitica, in modo da poter essere rilevato anche dopo passaggi intestinali prolungati. L’individuazione del complesso Hb/Hp indica la presenza di adenomi nella parte superiore del tratto gastrointestinale, mentre la presenza di emoglobina può rilevare il sanguinamento derivato dal basso tratto gastrointestinale (colorettale) da adenomi o carcinomi.
Perché fare il test?
Il test è stato concepito per fornire indicazioni sulla presenza di tumori intestinali e/o adenomi.
È un doppio test rapido immuno-cromatografico per il rilevamento qualitativo nelle feci, di emoglobina (Hb) e del complesso emoglobina-aptoglobina (Hb/Hp).

ELASTASI PANCREATICA
Test
ELASTASI PANCREATICA
La determinazione quantitativa dell’elastasi pancreatica 1 nelle feci (E1 fecale) essendo semplice, non invasiva, altamente sensibile e specifica, rappresenta il test ideale di 1° livello per diagnosticare o escludere una insufficienza pancreatica esocrina. La diminuzione dei livelli di questo enzima (elastasi) nelle feci è notevole non solo in caso di patologia cronica del pancreas ma anche in altre patologie quali diabete mellito, fibrosi cistica, MICI, insufficienza renale cronica, osteoporosi e stenosipapillare.
Quando fare il test?
Si consiglia di eseguire il test in caso di sospetta pancreatite e sintomi quali, gonfiore addominale, nausea persistente e vomito.
Vantaggi del test:
- Semplice da utilizzare
- Nessuna strumentazione necessaria
- Risultati disponibili entro pochi minuti
- Basato su anticorpi monoclonali
- Assolutamente Pancreas-specifico
- Non influenzato dall’alimentazione e dalla terapia sostitutiva
- Alta sensibilità e specificità
È l’esame diagnostico più accurato per la determinazione non invasiva della funzionalità pancreatica. È un test rapido, basato su anticorpi monoclonali, per il dosaggio semi-quantitativo dell’elastasi pancreatica 1 in campioni fecali.

PERMEABILITÀ INTESTINALE
Test
PERMEABILITÀ INTESTINALE
Il tratto gastrointestinale fornisce una barriera dinamica che svolge una funzione protettiva impedendo l’entrata di sostanze indesiderate, oltre a permettere l’assorbimento dei nutrienti introdotti tramite la dieta ed il passaggio di sostanze utili e/o innocue. In condizioni patologiche, il rivestimento intestinale diventa più “poroso” consentendo a tossine, antigeni, cibo non digerito e batteri, di raggiungere il lume intestinale e compromettendo, così, il controllo di ciò che può circolare nel flusso sanguigno.
Cosa fa il test?
Il test valuta la concentrazione di 4 zuccheri (saccarosio, lattulosio, sucralosio e mannitolo) nelle urine raccolte durante l’esame, per fornire informazioni sullo stato morfologico e funzionale dell’apparato gastrointestinale.
Si consiglia di effettuare il test in presenza di disturbi cronici quali:
- Stanchezza e affaticamento
- Carenza nutrizionale
- Problemi digestivi
- Malattie autoimmuni
- Problemi alla pelle e presenza di eczemi
- Asma
Il test valuta la concentrazione di 4 zuccheri (saccarosio, lattulosio, sucralosio e mannitolo) nelle urine raccolte durante l’esame, per fornire informazioni sullo stato morfologico e funzionale dell’apparato gastrointestinale.

CALPROTECTINA
TEST
Test
CALPROTECTINA TEST
La calprotectina è una proteina antimicrobica che lega sostanze come il calcio e lo zinco. In presenza di processi infiammatori del tratto gastrointestinale, i globuli bianchi migrano verso l’infiammazione e, in seguito alla granulazione, rilasciano la proteina nel lume intestinale.
Di conseguenza, aumenta la concentrazione di calprotectina nelle feci, in cui è fortemente stabile.
Perchè fare il test?
La calprotectina può essere utilizzata come indicatore di infiammazione nei casi di infezioni di origine batterica o tumori dell’apparato digerente.
L’esame permette di distinguere la presenza di malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD) come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, o malattie funzionali come la sindrome dell’intestino irritabile.
È un esame che permette di valutare lo stato infiammatorio della mucosa intestinale senza ricorrere a endoscopie e presenta una specificità e una sensibilità del 93%.

TEST DI PATERNITÀ
Test
TEST DI PATERNITÀ
La paternità viene esclusa nel caso in cui le caratteristiche genetiche del padre putativo discordino con quelle del figlio oggetto di indagine.
La paternità viene, invece, attribuita qualora le caratteristiche genetiche del padre e del figlio concordino.
Principio del test di paternità basato sull’analisi del DNA.
I cromosomi contengono il DNA (acido desossiribonucleico) che rappresenta il materiale genetico di ogni individuo. Eccetto le cellule germinali (uova nelle femmine e spermatozoi nei maschi), che contengono 23 cromosomi (corredo aploide), tutte le cellule somatiche nucleate di ogni individuo della specie umana contengono 46 cromosomi (corredo diploide).
Al momento del concepimento, una cellula germinale maschile (spermatozoo con 23 cromosomi) si fonde con una cellula germinale femminile (uovo con 23 cromosomi) per originare un nuovo individuo con 46 cromosomi; questo DNA rimane invariato per tutta la vita. Quindi, ogni individuo è costituito da metà patrimonio genetico (23 cromosomi) ricevuto del padre biologico e da metà patrimonio genetico (23 cromosomi) ricevuto della madre biologica.
L’analisi del DNA si basa sul rilevamento di normali variazioni che sono presenti a livello di molte regioni del materiale genetico di ogni individuo (polimorfismo). Per ogni individuo, la determinazione contemporanea di queste variazioni permette di derivare un profilo genetico. Ad eccezione dei gemelli monozigoti che risultano perfettamente uguali, il profilo genetico di ogni individuo è praticamente unico, come le impronte digitali.
Il test di paternità si basa sul principio che ogni individuo eredita il proprio patrimonio genetico dai genitori, il 50%
dal padre ed il 50% dalla madre, e consiste nel confrontare le caratteristiche genetiche del figlio oggetto di indagine di paternità, con quelle del presunto padre e della madre. Il padre presunto, per essere considerato padre biologico, dovrà possedere metà del profilo genetico presente nel figlio/a.

xpert hpv test (papilloma virus)
Test
Xpert HPV test (papilloma virus)
Il Papilloma Virus (HPV) è l’infezione sessualmente trasmissibile più diffusa a livello mondiale e colpisce in prima linea le donne.
Perché fare il l’Xpert HPV test?
L’Xpert HPV test permette di rilevare immediatamente le cellule infette dal suddetto virus ed identifica, con grande anticipo, le donne ad alto-medio rischio di sviluppo del tumore della cervice uterina.
Quando e chi può farlo?
È indicato per le donne di età compresa tra i 30-35 ed i 64 anni. In caso di esito negativo, l’Xpert HPV test deve essere ripetuto ogni 5 anni.
Si consiglia di sottoporsi all’esame in seguito al riscontro di un Pap Test anomalo nelle donne di età compresa tra i 25 ed i 30-35 anni.
Per le donne a maggiore rischio è possibile iniziare lo screening in età più giovanile e ripeterlo con maggiore frequenza.
In quanto tempo si ottiene l’esito?
Grazie alla rapidità dell’Xpert HPV test, i risultati possono essere consultati in giornata.

Pep test
Test
PEP TEST
Il Pep Test è un test qualitativo, facile e veloce, che indica la presenza o l’assenza di pepsina nel campione di saliva/espettorato proveniente dal tratto digestivo superiore e dalle vie respiratorie, determinando la presenza di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
Il reflusso gastroesofageo (GERD) è la risalita involontaria dei succhi gastrici e di parte del contenuto acido, a partire dallo stomaco lungo l’esofago, la laringe e le prime vie respiratorie. Pertanto, l’acidità del materiale va ad irritare la mucosa esofagea scatenando i sintomi tipici del reflusso (bruciore retrosternale e rigurgito acido in bocca).
Tale condizione diventa patologica quando il reflusso supera una determinata soglia, in termini di frequenza e durata, oppure quando il contenuto gastrico è eccessivamente acido, per cui aumenta la severità dei sintomi. Si instaura la cosiddetta malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
Si consiglia di eseguire il test in caso di:
• Sensazione di nodo alla gola con difficoltà alla deglutizione
• Difficoltà digestive, nausea
• Laringite cronica
• Singhiozzo persistente
• Raucedine
• Abbassamento della voce
• Tosse
• Insonnia
• Asma
E’ un test qualitativo, facile e veloce, che indica la presenza o l’assenza di pepsina nel campione di saliva/espettorato proveniente dal tratto digestivo superiore e dalle vie respiratorie, determinando la presenza di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).

Alex2
Test
Alex2 Test consente la misurazione simultanea delle IgE totali (tIgE) e delle IgE specifiche (sIgE), anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta a uno stimolo che viene percepito dall’organismo come una minaccia.
Con un unico prelievo di sangue, il test consente il più ampio risultato possibile in termini di componenti allergeniche valutate rispetto a tutte le metodiche disponibili in commercio: oggi basta un semplice gesto per verificare se si è affetti da una o più tra quasi 300 allergie respiratorie e alimentari.
CLASSI DEGLI ALLERGENI ANALIZZATI CON ALEX:
POLLINI
• Graminacee
• Polline Albero
• Polline Erba
PELLE
• Animali Domestici
• Animali da Fattoria
ACARO
• Polveri e Acari
LATTICE
• Lattice
CIBO VEGETALE
• Frutta
• Vegetali e Funghi
• Frutta secca e Semi
• Legumi
• Cereali
• Spezie
MICROORGANISMI
• Muffa e Lievito
CIBO ANIMALE
• Latte
• Uova
• Pesce e Frutti di Mare
• Carne
INSETTI E VELENI
• Ape e Vespa
• Scarafaggi
QUANDO EFFETTUARLO?
• In caso di sintomi tipici di un’allergia come rinite, congiuntivite, asma, orticaria, eczema, reazioni ad alimenti anche con diarrea e dolori addominali, ad insetti o al latex.
• In caso si voglia intraprendere un’immunoterapia specifica per le malattie allergiche, specialmente nelle allergie inalatorie e ai veleni.
• In caso si sospetta un’intolleranza alimentare.
• Se ci sono casi genetici di allergie in famiglia.
• In caso di IgE totali o eosinofili elevati.
• Per fare uno screening periodico per la diagnosi precoce.
Allergy Explorer2 (ALEX2) è il primo test allergologico, rapido e sicuro, che fornisce un quadro completo della sensibilizzazione di un paziente verso 300 estratti allergenici con un semplice prelievo ematico.

Gastropanel
Test
Il GastroPanel è una diagnosi non invasiva del tratto gastrointestinale superiore, fornendo informazioni sullo stato della mucosa dello stomaco, sulla possibile presenza di infezione da Helicobacter Pylori o sull’assenza di acido, condizione nota anche come acloridria. Il test può anche valutare il rischio di probabili carenze di vitamina B12 o di micronutrienti.
Con un semplice prelievo di sangue, il test verifica la salute dello stomaco, misurandone la struttura e la funzione.
Si tratta di un esame del sangue composto da quattro parametri:
- PEPSINOGENO I (PGI)
- PEPSINOGENO II (PGII)
- GASTRINA 17 (G‐17)
- Anticorpi della classe IgG anti Helicobacter Pylori (H.p.)
Il GastroPanel fornisce indicazioni per ulteriori esami:
- Gastroscopia e biopsia
- Trattamento per l’eradicazione dell’ Helicobacter Pylori
- Ulteriori indagini per valutare il malassorbimento o l’anemia
Diagnosi non invasiva del tratto gastrointestinale superiore che fornisce informazioni sullo stato della mucosa dello stomaco, sulla possibile presenza d’infezione da Helicobacter Pylori o sull’assenza di acido, condizione nota anche come acloridria. Il test può anche valutare il rischio di probabili carenze di vitamina B12 o di micronutrienti.